Il sindaco Tidei è abituato a schernire gli avversari invece di argomentare in modo serio e documentato e, sulla questione della Nuova Provincia, se la prende con la consigliera Clelia Di Liello ignorando che il documento contro la cosiddetta “Porta d’Italia” è stato firmato da 13 consiglieri di diversi comuni del Litorale, tra cui 4 consiglieri di Civitavecchia del PD, ovvero del partito del Sindaco.
Il documento dell’opposizione, in verità poco divulgato dalla stampa se non nella parte meramente introduttiva attribuita erroneamente alla sola consigliera Di Liello, spiega con dovizia di particolari le ragioni del NO.
Il documento denuncia innanzitutto la sconcertante corsa all’approvazione nei Consigli Comunali senza che la stessa popolazione sia venuta a conoscenza della questione che cambia radicalmente la vita dei cittadini.
Molti Comuni che avrebbero dovuto farne parte hanno rifiutato in partenza come i Comuni lacustri; Montalto e, pare, Tarquinia e Monte Romano invece si sono sfilati in corsa come sembrerebbe anche Allumiere e Tolfa, e infine Cerveteri per dichiarata contrarietà espressa dalla stessa Sindaca.
La Nuova Provincia si riduce davvero a poco più di 200.000 abitanti, veramente non autosufficiente per dare vita all’ambizioso progetto proposto.
Il filo rosso che dovrebbe legare il porto di Civitavecchia all’aeroporto di Fiumicino è inficiato dal fatto che Fiumicino è in competizione con Civitavecchia per la creazione di un nuovo porto crocieristico. Inoltre, le tasse del porto e dell’aeroporto su cui la nuova provincia sembrerebbe avere mire precise, appartengono e rimarranno a Roma Capitale. .
Civitavecchia e Fiumicino sono le due grandi città che hanno già cominciato a litigare per il titolo di capoluogo della futura provincia.
L’idea della Nuova Provincia sfrutta l’antica aspirazione di Civitavecchia e del circondario di acquistare autonomia da Roma, quando però le cose andavano diversamente. Allora le province detenevano maggiori poteri e non esistevano le città metropolitane né tantomeno Roma capitale che, in quanto tale, gode di particolari favorevoli condizioni che può estendere alle città della sua area. Negli ultimi due anni sono stati spesi nell’area metropolitana circa 67 milioni di euro, cifra impensabile nella nuova provincetta.
COALIZIONE FUTURO